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Persone ai tavoli informativi che si scambiano opinioni.

2° forum nazionale per la protezione della gioventù dai rischi dei media 2013

«Gestire con competenza le opportunità e i rischi dei media digitali»

era il titolo del secondo forum nazionale per la protezione dell'infanzia e della gioventù dai rischi dei media, al quale hanno participato il 7 marzo 2013 più di 300 persone. Oltre alle tendenze, alle opportunità e ai rischi legati a internet, alle reti sociali, ai videogiochi e agli apparecchi mobili, erano presentate e discusse al forum nazionale le strategie preventive in merito alle attuali problematiche.

Il forum nazionale fornisce consigli era proposte su come organizzare la quotidianità mediale in famiglia, a scuola, nel tempo libero e in altre situazioni di custodia e presenta promettenti strategie sulla promozione delle competenze mediali in diversi contesti. Il forum ha riassunto i lavori già realizzati e in corso nel quadro del programmanazionale Giovani e media, e ha presentato proposte su come migliorare insieme la protezione della gioventù dai rischi dei media.

→ Programma

Presentazione principali

Forum e Laboratori

Le opinioni degli esperti riguardo alle conseguenze del consumo mediale sullo sviluppo psicologico divergono molto. Il professor Peter Ohler ha riferito sulle sue ricerche relative alla percezione dei media da parte dei bambini nella prima infanzia. Uno studio longitudinale ha mostrato che la loro competenza semiotica nell'uso dei media è un fattore predittivo delle successive prestazioni scolastiche: i bambini con una maggiore capacità di interpretare i segni mediali presentano in seguito un livello di competenza superiore nei campi della matematica, della lettura e della scrittura. Dagli studi effettuati è inoltre emerso che i bambini cui è permesso utilizzare i media hanno una maggiore capacità di risolvere compiti spaziali rispetto a quelli cui è vietato farne uso. Anche per lo sviluppo della comprensione narrativa è irrilevante che un libro sia letto a un bambino ad alta voce o che la storia gli venga presentata in forma mediale.

Secondo Ohler sembrerebbe esservi una relazione tra competenza mediale e intelligenza. Competenza mediale significa dunque anche saper leggere e scrivere.

Durante la discussione è stata menzionata la regola 3-6-9-12 di Serge Tisseron. Ohler ha consigliato di non applicarla con eccessivo rigore, a condizione che i genitori assumano una funzione di mediatori e di rispettare la soglia di attenzione del bambino.

 

Aspetti evolutivo-psicologici dell'utilizzo precoce dei media

Relatore: prof. dr. Peter Ohler, Istituto per la ricerca sui media del Politecnico di Chemnitz (D)

La professoressa Sabina Misoch ha parlato dell'autolesionismo, un comportamento intenzionale sintomatico di ulteriori disturbi. Il fine dell'autolesionista è l'autoregolazione (percepirsi, punirsi), il superamento di eventi traumatici (abusi) o il conseguimento di un vantaggio sociale (comunicare sentimenti, attirare l'attenzione, appartenere a un gruppo). Nella realtà, gli atti di autolesionismo sono compiuti di nascosto, ma alcuni soggetti autolesionisti sfruttano l'anonimato di Internet per descriverli su siti Web privati, forum o blog – anche utilizzando immagini – e discuterne con altri utenti. Talvolta nei video caricati su YouTube si possono riconoscere i volti delle persone filmate, mentre su Facebook, che è una piattaforma idealizzante, l'autolesionismo è praticamente inesistente.

 

Il problema dell'autolesionismo è poco percepito dall'opinione pubblica. È solo attraverso Internet che viene a crearsi un pubblico o una comunità che altrimenti non esisterebbe. Le piattaforme online accrescono la propensione a uscire allo scoperto, il che, se da una parte offre l'opportunità di farsi aiutare, dall'altra può anche indurre a fare a gara a chi carica le immagini più scioccanti – anche se ciò è vietato dalle condizioni di utilizzo dei blog e quindi tali contenuti saranno rimossi.

 

Relatrice: prof. dr. Sabina Misoch, Istituto di scienze dei media e della comunicazione dell'Università di Mannheim

Dolore contro il dolore: autolesionismo e sua rappresentazione su Internet (presentazione in tedesco o francese)

 

L'interrogativo di partenza dell'attuale dibattito sulla dipendenza da Internet è se questa sia una malattia psichica a sé stante, che include varie forme di dipendenza (gioco d'azzardo, videogiochi, pornografia, shopping compulsivo ecc.), oppure la conseguenza di altre malattie (fobie, depressione). La tendenza è quella di riconoscere la dipendenza da Internet quale malattia vera e propria, alla stregua della dipendenza dall'alcol o dalle droghe. Gregor Waller (ZHAW) ha presentato le risposte della ricerca scientifica alle domande seguenti: quali sono i sintomi tipici della dipendenza da Internet? Quali sono le possibili terapie? Che probabilità di successo hanno?

 

Valérie Wenger Pheulpin, della Fondation Neuchâtel Addiction, ha in seguito riferito sulle sue esperienze pratiche, mostrando con alcuni esempi i vari livelli di intervento. A conclusione della sua relazione, Pheulpin ha presentato l'offerta di prestazioni esistente nell'ambito della prevenzione, della terapia e della riduzione dei danni.

 

Relatore: Gregor Waller, responsabile del gruppo di ricerca Sviluppo psicosociale e media della Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW)

Internet, videogames e cellulari: confine tra utilizzo impegnato e comportamento compulsivo (presentazione in tedesco o francese)

 

Relatrice: Valérie Wenger Pheulpin, coordinatrice della prevenzione della Fondation Neuchâtel Addiction

Utilizzo eccessivo di videogiochi e Internet (presentazione in tedesco o francese)

 

Nella sua relazione, la professoressa Urszula Martyniuk ha presentato i risultati di recenti studi sulle esperienze sessuali in rete di giovani tedeschi di età compresa tra i 16 e i 19 anni. Internet è un terreno di sperimentazione in cui i giovani possono fare le prime esperienze e in cui è normale conoscersi, flirtare con conoscenze casuali e consumare pornografia. Tuttavia, nel caso delle ragazze si dovrebbe piuttosto parlare di contatti con materiale pornografico, poiché le loro esperienze con questo tipo di immagini sono perlopiù casuali (p.es. finestre pop-up).

 

Oltre un terzo dei giovani si incontra nella vita reale con le persone conosciute in rete e talvolta da queste amicizie nascono relazioni stabili. I giovani sono perlopiù prudenti, per cui organizzano gli appuntamenti in luoghi pubblici, facendosi accompagnare da amici. La stragrande maggioranza (94 %) non diffonde immagini di nudo via Internet. Chi lo fa, invia talvolta le immagini anche a sconosciuti, il che rappresenta un rischio. Il 13 per cento dei giovani ha già avuto esperienze di sesso virtuale con partner conosciuti o sconosciuti, per curiosità, per divertimento o ritenendo che questa forma di erotismo faccia parte della sessualità di coppia. Il 12 per cento è stato vittima di molestie sessuali in rete. Le forme più comuni sono state la richiesta di prestazioni sessuali e l'esibizionismo (l'interlocutore mostra all'improvviso i suoi genitali). Le ragazze hanno reagito interrompendo la conversazione e ignorando l'utente in questione.

L'insegnante di educazione sessuale Christine Fayet ha spiegato che in seguito ai cambiamenti di comportamento indotti da Internet oggi la sessualità non è più praticata soltanto nell'anonimato, ma anche pubblicamente. Questo cambiamento concerne anche la rappresentazione della propria intimità da parte dei giovani su Facebook. Poiché quelli citati sono ormai comportamenti normali, Fayet ha sottolineato l'importanza dell'educazione sessuale per tutelare i giovani da esperienze negative e informarli sui rischi. Ha inoltre menzionato il conflitto esistente tra la legge, che vieta di rendere accessibile la pornografia ai minorenni, e le abitudini dei giovani consumatori. È pertanto necessario che la polizia (brigade des mineurs) e i servizi giovanili agiscano in stretta collaborazione.

 

Relatrice: Urszula Martyniuk, psicologa MA, collaboratrice scientifica presso l'Istituto di ricerca sessuale e psichiatria forense del Centro di medicina psicosociale della Clinica universitaria di Hamburg-Eppendorf

Esperienze sessuali dei giovani in rete (presentazione in tedesco o francese)

 

Christine Fayet, formatrice e consulente in salute sessuale e riproduttiva, Intervenante Systémique & ACS

Esperienze di educazione sessuale presso gli adolescenti

I tre relatori, Sonja Perren, May Piaget e Mario Antonelli, hanno illustrato il fenomeno del cybermobbing sotto il profilo teorico e pratico, mostrando che i giovani – che siano vittime o autori di cybermobbing – subiscono o praticano questa forma di violenza perlopiù anche nella vita reale; non esistono dunque casi di puro cybermobbing. Secondo diversi studi, il mobbing tradizionale è tre volte più frequente del cybermobbing. Sonja Perren ha spiegato che la gravità di un caso dipende dal fatto che il mobbing avvenga pubblicamente o in forma anonima, in rete o nella vita reale. Il cybermobbing è raramente pubblico, ma più spesso semipubblico o privato.

 

Sonja Perren ha constatato che la scienza non è ancora in grado di indicare chiaramente soluzioni efficaci per prevenire il cybermobbing. Mario Antonelli ha fatto notare che, nonostante queste carenze della ricerca scientifica, la lunga esperienza nell'ambito della prevenzione della violenza permette di compensare le lacune esistenti in ambito scientifico, poiché il cybermobbing è in primo luogo una forma di violenza, non un problema legato ai media.

La sua prevenzione va pertanto inserita in un contesto più ampio, integrando il cybermobbing, in quanto forma particolare di mobbing, nella prevenzione di quest'ultimo A questo proposito, Antonelli ha sottolineato inoltre che la prevenzione del mobbing è compito della scuola in generale e non dei singoli docenti. È però assolutamente indispensabile che gli insegnanti che vengono a conoscenza di episodi di mobbing reagiscano, cosa che secondo uno studio condotto a Ginevra non avviene sistematicamente. Dallo studio è emerso che solo 3 docenti su 13 sono intervenuti.

 

Relatrice: prof. dr. Sonja Perren, responsabile del progetto FNS netTEEN, Università di Costanza e Alta scuola pedagogica di Turgovia.

Cybermobbing: quali indicazioni forniscono gli attuali risultati della ricerca scientifica? (presentazione in tedesco o francese)

 

Relatori: May Piaget, segretaria generale aggiunta presso il Dipartimento dell'istruzione pubblica, della cultura e dello sport (DIP) e Pascal Edwards, direttore del Servizio della scolarità e dell'insegnamento di livello secondario II postobbligatorio presso il DIP del Cantone di Ginevra. Individuare il problema e reagire: l'esempio delle scuole ginevrine (presentazione in tedesco o francese)

 

Relatore: Mario Antonelli, responsabile Progetti e sviluppo del Servizio specializzato per la prevenzione della violenza.

Cybermobbing: esperienze pratiche della Città di Zurigo nell'ambito della prevenzione e dell'intervento

Tre brevi relazioni hanno permesso ai partecipanti di farsi un'idea degli attuali sviluppi nel mondo dei media digitali. Il professor Daniel Süss ha illustrato l'impatto del progresso tecnologico sull'uso dei media da parte dei bambini e dei giovani. Tra le principali tendenze rilevate vanno citati il rapidissimo aumento della mobilità, l'archiviazione di dati nelle “nuvole” virtuali (cloud), l'interazione uomo-macchina e l'individualizzazione. Prosegue inoltre la crescita della partecipazione alle reti sociali, del multitasking mediale nonché del numero dei luoghi e della durata di utilizzo. L'età d'inizio dell'uso dei media è invece sempre più bassa.

 

Dirk Bosmans, dell'organizzazione PEGI, ha illustrato il cambiamento del comportamento del mercato dei videogiochi e della sua offerta a seguito dell'avvento dei tablet e degli smartphone ed ha presentato il sistema PEGI for Apps, che in futuro dovrebbe garantire la protezione dei minori anche in questo settore. Bosmans ha inoltre segnalato che PEGI sta sviluppando un sistema di rating destinato alle app. Patrick Britschgi, di Swisscom, ha illustrato i dispositivi di protezione per Internet e per gli smartphone, che, a seconda dell'età e quindi dell'utilizzo, comportano rischi diversi, per i quali sono disponibili funzioni di sicurezza specifiche. 

 

Relatori:

Prof. Dr. Daniel Süss, Leiter Studium & Forschung, Professor für Medienpsychologie, Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften ZHAW

Entwicklungs- und Nutzungstrends im Bereich Jugend und Medien (Werkstattbericht aus laufender Forschungsarbeit) (presentazione in tedesco)

 

Dirk Bosmans, Pan European Game Information System

Games heute und neue Regulierungsansätze im Bereich PEGI for Apps  (presentazione in inglese)

 

Michael in Albon, Jugendmedienschutz-Beauftragter Patrick Britschgi, Verantworlicher für Sicherheitslösungen Swisscom AG

Technische Schutzmechanismen im Bereich Internet und bei Smartphones (presentazione in tedesco o francese)

In Svizzera è disponibile una vasta offerta di informazioni, che tuttavia è utilizzata prevalentemente da persone ben informate e motivate. Non esistono invece proposte specifiche per la popolazione migrante, mentre l'offerta per la popolazione rurale è carente e, in ogni caso, poco interattiva o partecipativa. È quanto emerge da un bilancio della situazione commissionato dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali. May Mulle ha fatto notare che il sostegno ai genitori è tanto più efficace, quanto più è individuale. Lo svantaggio, però, è che così si raggiunge simultaneamente un numero minore di genitori. Formazione dei genitori CH chiede di intendere la competenza mediale anche quale competenza educativa, che include la capacità di trasmettere conoscenze, di dialogare e di riflettere. Le prestazioni proposte devono essere vicine al mondo dei genitori e offrire loro consigli pratici.

 

L'esperienza di Zischtig.ch mostra che i genitori apprezzano molto i corsi impartiti in modo spiritoso e divertente e che, per avere un effetto duraturo, il sostegno ai genitori deve coinvolgere anche i figli. Zischtig.ch ha fatto anche esperienze positive con i corsi obbligatori per i genitori migranti (impartiti tramite la scuola).

 

Un esempio di prestazione a bassa soglia per i genitori è il progetto vodese Jardin des parents (nato da una cooperazione tra il Cantone, l'associazione dei genitori e le scuole), in cui animatori poliglotti svolgono attività con i genitori e discutono con loro di ciò che li preoccupa. Anche il progetto di visite a domicilio schritt-weise è impostato in modo tale da essere facilmente accessibile. Questo programma di gioco e apprendimento, volto a promuovere lo sviluppo nella prima infanzia di bambini provenienti da famiglie socialmente sfavorite e, in particolare, con un basso livello d'istruzione, punta in particolare sulla formazione dei genitori basata sull'apprendimento di modelli. Il programma prevede visite al domicilio delle famiglie e, dopo un certo periodo di adattamento, incontri di gruppo regolari. I fattori di successo sono l'impegno e le qualifiche delle animatrici, che non sono professioniste, ma hanno ricevuto un'apposita formazione e sono culturalmente vicine al gruppo target.

 

Il progetto Elternplanet esplora nuove strade, offrendo un sostegno online ai genitori e proponendo loro consulenze in rete tramite il suo sito Web, Facebook, filmati su Youtube (37 000 contatti) ecc. Secondo Katrin Buholzer, i fattori di successo del progetto sono il tono divertente e non pedante, l'offerta di consigli pratici per la vita quotidiana, l'attenzione per le preoccupazioni dei genitori e l'esperienza personale quale punto di partenza. I servizi di Elternplanet sono rivolti sia a persone ben formate che alle fasce della popolazione con un basso livello d'istruzione. 

 

Relazione introduttiva:

Maya Mulle, direttrice di Formazione dei genitoriCH

I genitori si raggiungono così – esprienze e visioni (presentazione in tedesco o francese)

 

Partecipanti alla discussione:

Sylviane Pfistner, espace ressources sàrl, Le Jardin des Parents (il giardino dei genitori)

Claudia Gada, Primarlehrerin, zischtig.ch

Anke Moors, a:primo, Projekt Schrittweise (presentazione in tedesco o francese)

Kathrin Buholzer, Elternbildnerin,  www.elternplanet.ch

Nella sua relazione introduttiva, Philippe Wampfler ha esposto il suo punto di vista sul tema del laboratorio. A suo parere, i problemi cui sono confrontate le scuole non sono del tutto nuovi: il mobbing e le distrazioni durante le lezioni esistono da sempre e la scuola dispone di strategie pedagogiche per affrontarli.

Le opinioni degli insegnanti sul come gestire i nuovi media a scuola divergono considerevolmente e vanno dal divieto più assoluto alla piena integrazione nell'insegnamento. Il divieto totale è difficile da attuare, mentre un divieto circoscritto a determinati spazi ha più probabilità di successo. Nel liceo in cui lavora Wampfler, la direzione ha deciso di optare per questa seconda soluzione, ottenendo risultati più o meno buoni. Durante i compiti in classe i docenti si fanno consegnare tutti gli smartphone. Non si può però negare che i nuovi media offrono anche notevoli opportunità. Occorre pertanto affrontare in modo ragionevole il cambiamento, considerando tuttavia che si tratta di una questione di natura pedagogica e non tecnica.

Nel corso della discussione, i partecipanti sono giunti alla conclusione che è importante promuovere un uso positivo dei nuovi media. Le direzioni scolastiche devono quindi cercare di instaurare un clima e un atteggiamento favorevoli all'interno dei loro istituti affrontando e gestendo in modo positivo questo processo. In futuro occorrerà concentrarsi non sugli apparecchi, ma sul modo di utilizzarli. 

 

Relazione introduttiva:

Philippe Wampfler, M.A., Experte für Social Media in der Schule, Gymnasiallehrer Kantonsschule Wettingen

Gestire l'utilizzo degli smartphone nelle scuole – esperienze, consigli e previsioni (presentazione in tedesco o francese)

 

Partecipanti alla discussione:

Peter Baumann, Gesamtschulleiter Hergiswil, Geschäftsleiter Berufsverband SchulleiterInnen der deutschsprachigen Schweiz

Steve Bass, Master Digital Media, Medienpädagoge und Leiter der ICT-Fachstelle der Primarschulen Regensdorf

Christian Georges, collaborateur scientifique à la Conférence intercantonale de l’instruction publique de la Suisse romande et du Tessin CIIP, www.e-media.ch

In questo laboratorio sono stati presentati vari esempi pratici di impiego dei media digitali nelle attività giovanili extrascolastiche. Nel quadro del suo lavoro presso l'unità mobile per i giovani (Mobile Jugendarbeit) di Basilea, Manuel Fuchs ha sperimentato durante una fase pilota l'utilizzo di Facebook nelle attività giovanili aperte a tutti. È emerso che l'uso di questo social media da parte del gruppo di pari è fortemente improntato all'amicizia e può contribuire allo sviluppo identitario. I giovani si servono però di Facebook anche per informarsi e organizzarsi (p. es. con il calendario). Fuchs ha intervistato un campione di giovani ed ha sviluppato un modello per individuare possibili campi d'azione. Secondo lui, un grande vantaggio di Facebook è la facilità con cui permette di instaurare contatti.

 

Friedhelm Lorig ha presentato il cosiddetto “geocaching”, una caccia al tesoro digitale in cui i tesori (cache) vengono nascosti nella natura o in città e le coordinate GPS dei loro nascondigli sono indicate su un sito Web. I “cacciatori” vanno alla loro ricerca con un navigatore (cellulare) e una volta trovato il nascondiglio devono svolgere determinati compiti o registrarsi in un file log. Vi sono vari tipi di cache: ecologici (aspetti ecologici o flora e fauna locali), sportivi (animazioni con esercizi, spirito di squadra) o storici. Il geocaching permette dunque di sfruttare l'ampia diffusione dei cellulari con connessione a Internet tra i giovani e di utilizzare le conoscenze acquisite nella vita quotidiana.

 

A conclusione del laboratorio è stato presentato il punto di incontro di quartiere Tamagotchi, in cui i giovani che non hanno un PC a casa possono accedere gratuitamente a Internet. L'offerta include l'introduzione all'uso di programmi specifici, corsi di computer per sviluppare la creatività e la capacità di espressione (p. es. creazione di un sito Web, montaggio di video o film, radio Web) e la consultazione e discussione critica di vari siti Internet insieme agli animatori.

 

Esempi pratici:

Friedhelm Lorig, medien+bildung Lernwerkstatt Rheinland-Pfalz, Mainz (D)

Imparare in movimento con GPS e codici QR (presentazione in tedesco o francese)

 

Manuel Fuchs, assistente sociale MA, Istituto per l'aiuto all'infanzia e alla gioventù della Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale (FHNW), ex collaboratore dell'unità mobile per i giovani di BasileaImpiego di Facebook nell'ambito delle attività giovanili (presentazione in  tedesco o francese)

 

Catherine Baroni e Cris Bucek, Arcade Tamagotchi, Association Pré en bulle

Progetto Tamagotchi: creare e gestire uno spazio multimediale pubblico (presentazione in tedesco o francese)

Cosa contraddistingue i videogiochi e le app di buona qualità e come li si può utilizzare in modo adeguato all'età? Dopo un'introduzione al tema, Marc Bodmer ha mostrato com'è cambiato il comportamento dei videogiocatori nel corso degli anni e in seguito ha presentato diversi videogiochi e app. Bodmer ha spiegato che non esiste un rapporto diretto tra i videogiochi e la violenza e che nei casi in cui i giochi violenti influiscono negativamente sull'aggressività di una persona, ciò è dovuto prevalentemente a problemi psichici preesistenti. Per quanto riguarda i motivi che inducono a giocare, quello principale è l'esperienza dell'autoefficacia. Il giocatore prova un senso di appartenenza, potere, controllo, eccitazione, distinzione ecc.

Quale esempio positivo, Beatrice Straub Haaf ha presentato il gioco didattico modulare per iPad Appolino, destinato a bambini dai cinque ai dieci anni, che favorisce l'acquisizione individuale di conoscenze linguistiche e matematiche.

A conclusione del laboratorio, alcuni esperti hanno presentato e commentato una serie di videogiochi con una console.

 

Relatori:

Marc Bodmer, giurista ed esperto indipendente di videogiochi

L'iceberg audiovisivo – perché i videogiochi affascinano (presentazione in tedesco o francese)

 

Beatrice Straub Haaf, responsabile del Servizio specializzato per l'informatica dell'Ufficio della pubblica istruzione del Cantone di San Gallo (presentazione in tedesco)

 

Presentazione dei videogiochi:

Daniele Lenzo, Medienwissenschaftler und Game-Experte

Marc Gilliand, Sozialarbeiter FH, Fachexperte Neue Medien, new media concept schweiz

Alfred Felix, Leiter Offene Jugendarbeit Gossau (SG)

Simon Thoma und Marius Zgraggen, Oberstufenschüler Gossau

Nella sua relazione introduttiva, Monika Luginbühl ha constatato che la promozione delle competenze mediali, pur essendo rilevante e di attualità nella pratica sociopedagogica, è inesistente nella letteratura scientifica e nell'offerta di corsi di perfezionamento. Ha inoltre rilevato una mancanza di strategie adeguate di pedagogia mediale. A suo parere la via giusta è una pedagogia incentrata non sulla protezione dai rischi dei media, bensì sulla promozione delle competenze mediali, cioè che insegni ai bambini e ai giovani a usare correttamente i media. La protezione della gioventù dai rischi dei media e la promozione delle competenze mediali sono particolarmente importanti nel caso dei giovani affidati a istituzioni, che presentano una serie di situazioni problematiche. Si tratta, in fondo, di promuovere le pari opportunità per favorire la preparazione al mondo professionale e la partecipazione.

 

Per promuovere le competenze mediali nell'ambito della pedagogia sociale, è necessario considerare i tre sistemi di riferimento dei bambini e dei giovani (i genitori, i coetanei e l'istituzione), che spesso sono in conflitto tra loro. Occorre cioè intervenire nei contesti dell'educazione (sostegno ai genitori) e della formazione (tramite la scuola) nonché all'interno dell'istituzione mediante una pedagogia mediale basata sull'azione. Luginbühl consiglia questo modello (denominato “Tri Sozia Media”), che tiene conto in modo specifico del contesto sociopedagogico, quale base per lo sviluppo di strategie di pedagogia mediale.

 

Nel corso della discussione si è poi avuta la conferma che, in generale, le istituzioni hanno un atteggiamento restrittivo nei confronti dei media digitali e non dispongono praticamente mai di computer o altri strumenti multimediali con cui poter lavorare. Tra le principali misure proposte al fine di migliorare la situazione vi sono la sensibilizzazione delle istituzioni e dei genitori da parte di esperti esterni, l'inserimento del tema nei programmi didattici degli istituti di formazione e perfezionamento e nell'agenda delle autorità cantonali, la messa a punto di strategie di pedagogia mediale da parte delle scuole universitarie professionali e delle scuole specializzate superiori e la concessione di aiuti finanziari alle istituzioni affinché possano organizzare le attività di sostegno ai genitori e acquistare gli apparecchi necessari.

 

Relatrice:

Monika Luginbühl, assistente sociale SUP, formatrice di adulti SSS, docente del ciclo di base di pedagogia sociale ed educazione della prima infanzia SSS presso la Scuola professionale, specializzata e per la formazione continua di Berna (BFF). 

Nuovi media: una sfida per la pedagogia sociale (presentazione in tedesco o francese)

 

Partecipanti alla discussione:

Thomas Freytag, Leiter Amt für Straf-und Massnahmenvollzug und Gefängnisse,Kanton Fribourg, Präsident Freiheitsentzug Schweiz FES

Prof. Dr. Olivier Steiner, Hochschule für Soziale Arbeit, Institut Kinder- und Jugendhilfe, FHNW

David Oberholzer, Leiter Fachbereich Kinder/Jugend, CURAVIVA

Gli spot di sensibilizzazione, i corsi sui media digitali e l’educazione tra pari sono tre esempi di approccio alla promozione delle competenze mediali. Come funzionano? Come vengono accolte dagli adolescenti? Il laboratorio presenta e discute esempi selezionati, e i partecipanti acquisiscono le conoscenze necessarie per creare e scegliere l’approccio preventivo più idoneo.

 

Relatori:

Dr. Oliver Padlina, feel-ok.ch: Wie die Gesundheitsplattform

Jugendliche erreicht und sensibilisiert (presentazione in tedesco)

 

Prof. Dr. Per Bergamin, Fernfachhochschule Schweiz (FFHS)

Erkenntnisse aus der Studie «Wirksamkeit des Swisscom Medienkurses für Schüler und Schülerinnen der Oberstufe»  (presentazione in tedesco o francese)

 

Annemarie Koch, Geschäfts- und Sendeleiterin Radio Chico mit Alfons Hubmann und drei jungen Radiomacherinnen

Medienkompetenzen ganz praktisch erlernen – junge Radiomacher und Projektwochen an Schulen (presentazione in tedesco o francese)