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Vallese: come una strategia cantonale può rafforzare bambini, genitori e specialisti del settore

| Bettina Bichsel

Al fine di garantire un approccio coerente all'uso dei media digitali da parte dei bambini e degli adolescenti su tutto il suo territorio, nel 2023 il Cantone del Vallese ha lanciato la strategia cantonale per la formazione nell’ambito delle competenze mediali. Con quali risultati? Ci siamo informati per voi.

I lavori sulla strategia cantonale erano già iniziati, ma la pandemia ha posto ancora più attenzione al tema: il COVID-19 ha portato a un improvviso aumento del tempo trascorso davanti allo schermo, tanto per l’insegnamento a distanza quanto per l’intrattenimento digitale o i social media.

Attraverso un’analisi del bisogno si è indagato quanto fosse già stato fatto nel settore e dove stessero eventuali lacune. Particolare attenzione è stata rivolta alle seguenti domande:

  • Come si possono sensibilizzare i genitori di bambini piccoli (da 0 a 4 anni)?
  • Di cosa hanno bisogno le scuole per accompagnare i bambini e gli adolescenti in modo durevole?
  • Come si possono raggiungere in modo mirato i gruppi vulnerabili che finora si sono confrontati poco con il tema dell’educazione ai media?

Seguire un percorso comune: un approccio utile ed efficace

Denise Ruffiner, incaricata della prevenzione presso l’organizzazione Promotion santé Valais e responsabile del coordinamento della strategia nella parte germanofona del Cantone, sottolinea quanto sia proficua la collaborazione con tutti gli attori coinvolti provenienti dai settori dell’educazione, della salute e della prevenzione. Tutti sono consapevoli di essere nella stessa barca: «La stretta collaborazione e l’approccio interdisciplinare sono apprezzati. Tutti traggono beneficio dai contributi forniti dagli altri».

Uno degli attori della prevenzione coinvolti nella strategia cantonale è l’associazione Declick, che attraverso la sua offerta mette in pratica la teoria:

  • evento raccomandato per tutte le classi di 9a del Cantone (come parte della strategia) dedicato ai temi della protezione dei dati, dei social media e dei videogiochi;
  • workshop aggiuntivi per altri livelli scolastici (livello primario e livello secondario II);
  • corsi di formazione per insegnanti e altri specialisti del settore;
  • eventi per i genitori (presentazioni in occasione di serate informative per i genitori organizzate dagli istituti scolastici, workshop genitori-figli, sedute di consulenza gratuite).


La domanda da parte delle scuole (anche per eventi non obbligatori) è elevata. Secondo il direttore dell’organizzazione Martin Tazlari, Declick raggiunge ogni anno oltre 350 classi e 7000 allievi. Per lui e il suo gruppo è importante orientarsi alla pratica, adattando quindi gli argomenti trattati alla realtà quotidiana di bambini, adolescenti e genitori. Mentre per i bambini più piccoli l’attenzione è rivolta principalmente al tempo trascorso davanti allo schermo e alle raccomandazioni sull’età, per i più grandi si affrontano temi quali l’autorappresentazione sui social media, la gestione dei dati personali, i rischi come il sexting o i meccanismi di dipendenza.

Dialogare anziché vietare e punire

Uno dei messaggi più importanti nell’attività di Declick, soprattutto nei confronti dei genitori, è quello di mantenere il dialogo. Secondo Martin Tazlari, a volte magari i genitori pensano che la tecnologia sia troppo complicata per loro e che tanto non capiscono cosa dicono i figli. E dall’altra parte, i figli non osano forse parlare con i genitori di certe cose. Come esempio, racconta il caso di una ragazza che ha ricevuto una foto di nudo da uno sconosciuto su Instagram, ma non l’ha detto ai suoi genitori perché aveva paura che le cancellassero il profilo. Da qui l’appello: ascoltate, chiedete e mantenete il dialogo.

Le quattro colonne portanti della promozione delle competenze mediali

È proprio qui che interviene la strategia cantonale con i suoi quattro temi prioritari.

Promuovere il dialogo:
i genitori vengono incoraggiati a interessarsi al mondo mediatico dei figli, ad accompagnarli e a fungere da modelli. I bambini e i giovani, a loro volta, devono imparare a parlare delle proprie esperienze digitali, e devono potere farlo in tutta serenità.

Rafforzare la responsabilità individuale:
dalla prima infanzia all’età adulta, bambini e giovani dovrebbero assumersi sempre più responsabilità riguardo al proprio comportamento digitale.

Creare un quadro sicuro:
regole e linee guida chiare aiutano a utilizzare i media digitali in modo adeguato all’età.

Sfruttare le opportunità:
i media digitali non presentano soltanto rischi, ma offrono anche molte opportunità di apprendimento, creatività e scambio sociale. Queste devono essere consapevolmente promosse.

Sfide e prospettive future

Denise Ruffiner e Martin Tazlari concordano sul fatto che una delle maggiori sfide rimane quella di raggiungere i genitori che finora si sono occupati poco di competenze mediali ed educazione ai media. Denise Ruffiner nota dei miglioramenti in quanto, oltre agli attori cantonali e a organizzazioni importanti come Action Innocence o il Centro per lo sviluppo e la terapia, sono stati coinvolti anche ostetriche, medici e i promotori del progetto Femmes-Tische – Männertische.

Un elemento essenziale per questo lavoro è il set «ABC der Mediencompetenz», composto da sei box che consentono di affrontare in modo ludico diversi argomenti legati ai media (schermi a casa, tempo trascorso davanti allo schermo, sviluppo, raccomandazioni sull’età ecc.).

Tuttavia, la questione su come raggiungere i gruppi particolarmente vulnerabili rimane aperta. Secondo Declick, ad esempio, durante gli eventi organizzati nelle scuole succede sempre che qualche genitore non si presenti, a causa delle barriere linguistiche o per altri motivi. Per questo motivo attualmente si sta sviluppando una piattaforma digitale per i genitori che offrirà brevi corsi interattivi su vari temi relativi ai media. Come spiega Martin Tazlari, l’obiettivo è consentire ai genitori di informarsi in modo flessibile da casa.

Un modello per altri Cantoni?

La strategia cantonale viene inoltre regolarmente valutata e ulteriormente sviluppata. Sono già in fase di pianificazione nuovi progetti, come l’integrazione delle competenze mediali nell’educazione della prima infanzia, offerte specifiche per i giovani per il tempo libero o una settimana senza schermi nelle scuole. E l’interesse mostrato da altri Cantoni è la prova che l’approccio proattivo ha valore di modello.

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Ulteriori informazioni:

Sito web del Canton Vallese: → in francese e → in tedesco
Offerte da → declick

Bettina Bichsel è giornalista e redattrice. Tra le sue varie attività, scrive anche per il blog di Giovani e media.