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Cosa imparano i bambini e quando – e come questo influenza l’utilizzo dei media digitali

| Bettina Bichsel

I bambini crescono rapidamente: acquisiscono continuamente nuove capacità e competenze. Questo influenza anche il modo di utilizzare i media digitali nel corso degli anni. Questa panoramica vi aiuta ad accompagnare i bambini in modo adeguato alla loro età.

Appena si nasce, inizia il lungo percorso dell’apprendimento: un neonato scopre l’ambiente che lo circonda, capisce che mamma e papà sono lì anche quando non li vede e acquisisce così fiducia nel mondo. In seguito, si tratterà di imparare a camminare, stringere amicizie, prendere un diploma, scoprire chi si è realmente e affrontare le responsabilità della vita.

Nella psicologia dello sviluppo e nella pedagogia parliamo dei cosiddetti compiti di sviluppo, un termine coniato, tra gli altri, dall’esperto in scienze dell’educazione americano Robert James Havighurst. In ogni fase della loro crescita, i bambini e gli adolescenti si trovano ad affrontare compiti che devono superare per progredire nello sviluppo. Se ce la fanno, rafforzano la loro autostima e la loro indipendenza.

Questi compiti hanno un impatto anche sull’utilizzo dei media: un bambino che sta imparando a comprendere le regole ha bisogno di un sostegno diverso rispetto a un adolescente che sta affrontando la questione della propria identità online.

Essere consapevoli di questo aspetto contribuisce a fornire ai bambini il miglior supporto possibile nelle loro esperienze nel mondo digitale.

Da 0 a 3 anni: sperimentare e scoprire con tutti i sensi

I neonati e i bambini piccoli necessitano soprattutto di vicinanza e attenzione. Vogliono interagire direttamente con le persone e scoprire l’ambiente circostante con tutti i sensi. Le prime manipolazioni sullo schermo a volte provocano degli effetti, ma più che altro casuali. I media digitali possono rapidamente metterli in difficoltà per i troppi stimoli.

A partire dall’età di un anno circa, i bambini iniziano a comprendere semplici storie illustrate, soprattutto se si riferiscono a situazioni familiari e legate alla loro vita quotidiana. Essi si riconoscono in queste immagini e possono così comprendere meglio le proprie esperienze. Inoltre, ai bambini piccoli piace guardare foto e video di se stessi o di persone che conoscono. Anche questo permette loro di riconoscersi e crea un legame con la percezione di sé. L'importante è che queste esperienze mediali siano brevi e accompagnate da un adulto

Da 3 a 6 anni: fantasia, emozioni e primi passi verso l’autonomia

I bambini in età prescolastica si mettono alla prova attraverso il gioco, il linguaggio e l’interazione con gli altri. Amano inventare storie, fanno molte domande e vogliono capire come funziona il mondo. I media digitali possono contribuire a questo sviluppo: grazie ad audiostorie, app con libri illustrati o brevi video, i bambini imparano nuove parole, ricevono stimoli per giochi di ruolo o comprendono semplici concetti. È importante che i contenuti siano adatti all’età dei bambini e che gli adulti siano presenti e disponibili, anche per parlare di ciò che si vede. Soprattutto nel caso di nuove serie o film, all’inizio è bene che i genitori li guardino insieme ai figli.

A questa età si sviluppa anche la comprensione di come si svolge una giornata e che alcune cose vanno pianificate. Ora è dunque possibile coinvolgere i bambini in decisioni semplici, come per esempio stabilire un orario per l’utilizzo dei media, e rafforzare così il loro senso di partecipazione.

Non da ultimo, questa è una fase molto emotiva: i sentimenti vengono vissuti in modo intenso e si impara a sviluppare empatia. Le storie sul coraggio, la paura, la tristezza e la rabbia aiutano a dare un nome alle emozioni e a immedesimarsi negli altri. Allo stesso tempo, i bambini dovrebbero imparare cosa fare quando qualcosa li spaventa: chiudere gli occhi, spegnere il tablet, chiamare la mamma o il papà. Queste strategie infondono sicurezza e possono essere messe in pratica.

I bambini vogliono scegliere autonomamente cosa guardare o con cosa giocare e utilizzare sempre più spesso i dispositivi digitali da soli.

Dai 6 ai 10 anni: maggiore indipendenza rimanendo accompagnati

Con l’inizio della scuola si apre una nuova fase: i bambini vogliono fare più cose da soli e scoprono i media digitali in modo più consapevole. Possono leggere i primi testi, scrivere i propri messaggi o cercare i loro argomenti preferiti. Non sempre sono in grado di classificare correttamente i contenuti; pertanto, è fondamentale che gli adulti li aiutino.

Cresce anche la consapevolezza di sé: i bambini desiderano mostrare ciò che sanno già fare e prendere le proprie decisioni, anche per quanto riguarda l’utilizzo dei media. Vogliono scegliere autonomamente cosa guardare o con cosa giocare e utilizzare sempre più spesso i dispositivi digitali da soli. Questa è un’ottima opportunità per affidare loro delle responsabilità. Le regole relative ai media devono essere concordate insieme: quando posso guardare cosa? Perché ci sono delle limitazioni? I bambini comprendono meglio le regole se possono dire la loro e ricevono spiegazioni.

Le amicizie diventano più importanti, anche in relazione al mondo digitale. I bambini discutono di serie TV, giochi o app preferite. Potrebbe nascere il desiderio di giocare ai videogiochi con altri o di avere un proprio cellulare. In questo caso è importante chiarire insieme cosa sia opportuno e come possano navigare in sicurezza in rete

Da 10 a 14 anni: distacco dai genitori e nuovo orientamento

In questa fase i ragazzi si sentono già abbastanza grandi. Sviluppano opinioni proprie, mettono alla prova i limiti e si distaccano lentamente dai genitori. In questo processo i media svolgono un ruolo fondamentale, sia per l’orientamento e l’autorappresentazione che come parte dell’appartenenza sociale.

Le celebrità e gli influencer subentrano ai modelli infantili. I social media, i videogiochi e i servizi di streaming offrono argomenti di conversazione. Gli adolescenti si confrontano tra loro, scoprono nuovi interessi e cercano gruppi in cui sentirsi integrati, anche online. I media li aiutano a conoscere, sperimentare o rifiutare i ruoli sociali.

Anche l’innamoramento, i cambiamenti fisici e la sessualità diventano temi importanti. Gli adolescenti fanno le loro prime esperienze e provano insicurezza. Per questo motivo è necessario affrontare argomenti come gli ideali di bellezza, ma anche il sexting e la pornografia.

L’accompagnamento dei genitori cambia: il controllo lascia il posto alla fiducia, alla disponibilità al dialogo e a posizioni chiare. Non si tratta tanto di stabilire regole fisse sul tempo di utilizzo degli schermi, quanto piuttosto di creare spazi liberi dai media (per es. durante i pasti e la notte) e condividere riflessioni: cosa mi fa bene? Cosa mi rende insicuro? Cosa voglio mostrare e cosa no.

Anche se i giovani si mostrano spesso sicuri di sé, è importante che sappiano di potersi rivolgere a qualcuno in caso di dubbio.

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Dai 14 ai 18 anni: responsabilità personale e utilizzo consapevole dei media

In questa fase, i giovani desiderano soprattutto una cosa: essere indipendenti. Di conseguenza, anche l’utilizzo dei media diventa sempre più autonomo: i giovani si informano, scambiano opinioni o creano contenuti propri. In questo contesto, la responsabilità riveste un ruolo importante per la propria sfera privata, per i rapporti con gli altri e per ciò che si rende visibile online.

Gli adulti passano sempre più in secondo piano, pur rimanendo importanti, non come controllori, ma come persone di fiducia. Anche se i giovani si mostrano spesso sicuri di sé, è importante che sappiano di potersi rivolgere a qualcuno in caso di dubbio. Gli adulti devono offrire sostegno, soprattutto quando le esperienze digitali diventano troppo pesanti o i limiti vengono superati. Inoltre, possono favorire la riflessione critica in qualità di interlocutori. Anche se con il compimento dei 18 anni subentra la responsabilità giuridica individuale, l’accompagnamento di genitori e adulti non termina e può essere ancora prezioso.

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Bettina Bichsel è giornalista e redattrice. Tra le sue varie attività, scrive anche per il blog di Giovani e media.