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Narrative contro la radicalizzazione su internet

La propaganda che porta all’estremismo violento si rivolge in particolare agli adolescenti e ai giovani adulti tramite le reti sociali. Una strategia promettente per contrastare questo fenomeno è creare e diffondere contro-narrative o narrative alternative sotto forma di video o di slogan illustrati per opporsi a diverse ideologie estremiste di natura politica o religiosa che portano alla violenza e/o all’isolamento sociale. Nell’ambito del tema centrale 2017-2019 «Estremismo e radicalizzazione» la piattaforma Giovani e media ha sperimentato e valutato questi metodi attraverso un apposito studio.

La radicalizzazione jihadista e varie forme di radicalizzazione politica passano sempre più spesso da Internet. Poiché gli adolescenti e i giovani adulti sono particolarmente sensibili alle narrative radicali, è importante contrastare i contenuti estremisti pubblicati su Internet con informazioni valide, ossia con contro-narrative o narrative alternative. Nell’ambito del tema centrale 2017-2019 «Estremismo e radicalizzazione», la piattaforma Giovani e media dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) ha indetto un bando di concorso per progetti in materia.

Con l’accompagnamento di un gruppo di esperti nazionali, sono state selezionate quattro proposte tra tutte quelle presentate. I progetti pilota selezionati e sostenuti dall’UFAS hanno sviluppato contro-narrative o narrative alternative. L’attuazione dei progetti pilota è stata oggetto di una valutazione composta in totale da otto moduli, eseguita dall’Istituto per la delinquenza e la prevenzione della criminalità dell’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) in collaborazione con la Scuola superiore di lavoro sociale di Friburgo (HES-SO). 

Le contro-narrative in senso stretto smontano, delegittimano e screditano direttamente i messaggi estremisti, in particolare adducendo argomentazioni ideologiche o teologiche, ricorrendo all'ironia oppure svelando ipocrisie, bugie e informazioni false. Oltre a diffondere le contro-narrative, occorre anche promuovere lo spirito critico, ovvero la capacità di riflessione critica, nonché porre le domande corrette o stimolare i giovani a sollevare essi stessi i giusti interrogativi nonché ad analizzare dialetticamente e mettere in discussione delle tesi e le relative obiezioni.

Le narrative alternative si concentrano sui messaggi alternativi positivi, «per» e non «contro» qualcosa. Tali narrative veicolano contenuti positivi riguardanti la convivenza, l'apertura nei confronti degli altri, l'integrazione sociale, la democrazia e lo stato di diritto liberale.

Obiettivi e linee guida del progetto

Il progetto condotto dalla piattaforma nazionale Giovani e media consisteva nel sostenere, accompagnare e far valutare quattro progetti pilota di contro-narrativa e narrativa alternativa, elaborati e diffusi dalla società civile. I quattro progetti pilota, seguiti da vicino durante la loro attuazione, hanno beneficiato non solo di un sostegno finanziario, ma anche di giornate di scambio e di presentazioni di progetti simili nei Paesi limitrofi. Prima di essere pubblicati, tutti i testi, didascalie, disegni e video dei progetti pilota sono stati inoltre vagliati da un gruppo di esperti indipendenti. Le conclusioni del rapporto di valutazione e le raccomandazioni che ne derivano devono servire da base ai Cantoni, ai Comuni e alle organizzazioni della società civile per impostare e realizzare in futuro progetti promettenti di contro-narrativa o narrativa alternativa.

Sono state promosse tre giornate di scambio rivolte ai responsabili dei progetti per sostenerli nelle diverse fasi della messa in atto. La prima giornata si prefiggeva di fornire informazioni sul tema della radicalizzazione e di discutere gli approcci dei diversi progetti, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento dei giovani. La seconda giornata ha permesso di affrontare questioni relative alla comunicazione sulle reti sociali e alla gestione dei commenti. Durante la terza giornata, i responsabili dei progetti hanno avuto l’opportunità di trarre un bilancio provvisorio e di riflettere sulla continuità del loro progetto.

 

La piattaforma Giovani e media si è avvalsa dell’aiuto di sei esperti per selezionare i progetti nonché per definire e affiancare il mandato di valutazione esterna. Queste persone, scelte per le loro competenze negli ambiti della violenza e dell’estremismo, dei media sociali e dell’Islam, hanno anche esaminato e convalidato i contenuti delle contro-narrative e narrative alternative elaborate nei vari progetti, allo scopo di evitare effetti controproducenti.

 

I quattro progetti sono stati sottoposti a una valutazione esterna. Con questo monitoraggio scientifico ci si prefiggeva di individuare i fattori di successo dei metodi, delle procedure e delle strategie adottati per raggiungere i gruppi target e, sulla base delle esperienze maturate, di formulare raccomandazioni in vista dell’elaborazione futura di contro-narrative e narrative alternative. La valutazione è stata di tipo non solo sommativo, ma anche formativo: essa doveva infatti fornire spunti per ottimizzare e sviluppare ulteriormente i progetti pilota. I principali interrogativi cui la valutazione ha cercato di dare una risposta sono stati quindi i seguenti:

  1. Il piano concettuale adottato si presta al raggiungimento degli obiettivi del progetto?
  2. L’approccio, la procedura, il metodo, i messaggi veicolati e i canali di diffusione consentono di raggiungere i gruppi target?
  3. Gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti? Sono stati riscontrati risultati inattesi o addirittura indesiderati?
  4. Quali sono i fattori di successo e gli ostacoli nell’attuazione dei progetti pilota?

→ Guida pratica
→ Rapporto di ricerca

 

Risultati della valutazione e raccomandazioni

Dalla valutazione scientifica dei quattro progetti pilota sono scaturiti molteplici risultati. Qui di seguito sono presentati quelli più significativi.

Ulteriori informazioni sulla valutazione: 
→ Guida «Narrative per la prevenzione della radicalizzazione in Internet. Esempi di progetti, raccomandazioni e applicazione pratica»
→ Rapporto di ricerca (in tedesco, con riassunto in italiano)
→ articolo «Narrative zur Prävention von Radikalisierung und Extremismus im Internet. Ergebnisse eines Evaluationsprojekts in der Schweiz» (forum kriminalprävention 3/2019, in tedesco)

Globalmente, l’approccio scelto dall’UFAS di promuovere lo sviluppo di progetti di narrativa attraverso un bando di concorso e un sostegno finanziario può essere considerato efficace. Pur non avendo sempre raggiunto gli obiettivi prefissati e i gruppi target ai quali erano destinati, i quattro progetti selezionati hanno permesso di sviluppare numerose narrative sotto forma di videoclip o testi (post), che sono state valutate in modo ampiamente positivo dai destinatari e i cui messaggi sono stati generalmente capiti. Poiché nell’ambito dei progetti sono state elaborate non tanto contro-narrative esplicite quanto piuttosto narrative alternative, l’approccio scelto potrebbe essere applicato anche per sviluppare contro-narrative o narrative per prevenire forme di radicalizzazione diverse da quella jihadista (p. es. contro l’estremismo di destra o di sinistra). È indubbio che in futuro Internet e i media sociali continueranno a svolgere un importante ruolo di socializzazione per gli adolescenti, ragion per cui la presenza di contro-narrative o narrative alternative è fondamentale. I dati del sondaggio standardizzato dimostrano ancora una volta l’importanza di Internet e dei media sociali nella vita degli adolescenti: il 99,2 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare Internet e altrettanto elevata è la percentuale di intervistati con almeno un account su una piattaforma di media sociali, con WhatsApp e Instagram che godono di particolare popolarità. Tra i più giovani, i media sociali sono ancora più diffusi che tra i giovani adulti (eccezione: Facebook).

 

Diversi fattori spiegano perché i progetti pilota hanno permesso di sviluppare narrative efficaci. In primo luogo, nella maggior parte dei casi le idee sull’impostazione da dare ai progetti erano chiare sin dall’inizio e si basavano tra l’altro su progetti di narrativa realizzati in altri Paesi. In secondo luogo, per vari progetti si è fatto ricorso a competenze esterne che sono state determinanti per l’attuazione professionale di fasi progettuali fondamentali, per esempio tramite la collaborazione con un’agenzia di comunicazione, un regista, un’insegnante di teatro ecc. In terzo luogo, tutti i progetti hanno coinvolto adolescenti o giovani adulti, sia in un ruolo molto attivo (sviluppo di scene per fumetti animati, costituzione del gruppo di blogger), sia in un ruolo piuttosto consultivo. Sulla base di questi fattori non è tuttavia possibile formulare una proposta di buone pratiche per l’attuazione di un progetto di narrativa, visto che i progetti realizzati poggiavano su concezioni molto diverse per quanto riguarda i processi e i prodotti. In generale si può solo affermare che, oltre che partire da un’impostazione chiara, è importante valutare correttamente la complessità del progetto di prevenzione. Sono inoltre fondamentali capacità di gestione di progetti e una rete di organizzazioni partner affidabili. Di regola, infatti, un solo individuo non può possedere tutte le competenze necessarie per la realizzazione di un progetto di questo tipo.

 

Pur essendo importante e utile, la partecipazione degli adolescenti e dei giovani adulti ai progetti comporta alcune sfide. Soprattutto quando i giovani si assumono molte responsabilità per la riuscita del progetto, come è stato il caso per i blogger del progetto PositivIslam, occorre che siano molto motivati. Questo è un presupposto che non può essere dato per scontato. Se da un lato è necessaria la collaborazione con organizzazioni partner, dall’altro occorre pensare a incentivi finanziari o altre forme di motivazione. Un’altra strada da seguire potrebbe essere quella di coinvolgere i giovani sin dall’inizio nello sviluppo del piano concettuale. Visto che l’approccio dei progetti pilota è stato quello di definire previamente sia il tema (radicalizzazione) che l’impostazione (idea progettuale riguardante le narrative da elaborare), la partecipazione si è svolta in un quadro ben delimitato. Quando invece il quadro d’azione è stato esteso, come nel caso del progetto Winfluence, l’attenzione si è in parte spostata su questioni diverse dalla radicalizzazione, che sembrano avere maggiore rilevanza per i giovani. Un’ulteriore sfida del lavoro con gli adolescenti e i giovani adulti è la loro esposizione, in particolare nei progetti in cui vengono elaborati materiali video: vanno prese precauzioni per proteggerli da possibili effetti negativi. Quest’obiettivo è stato ampiamente raggiunto.

 

L’approccio progettuale definito dall’UFAS si contraddistingue in particolare per il fatto che, prima di essere pubblicate, le narrative sono state presentate a un gruppo di esperti per evitare la diffusione di contenuti che non fungessero chiaramente da contro-narrative o narrative alternative. Dato che tutte le narrative hanno dovuto essere sottoposte a questa verifica e in alcuni casi è stato necessario apportare delle modifiche, il processo di validazione è stato in parte criticato dai responsabili di progetto. Ciò malgrado, esso ha contribuito a garantire la qualità dei messaggi, motivo per cui nel caso di progetti comparabili si raccomanda di istituire un gruppo di esperti indipendenti di questo genere.

 

I risultati della valutazione permettono di concludere che le narrative sviluppate sono efficaci per prevenire gli orientamenti estremisti e promuovere la tolleranza. Nell’ottica di quest’intento preventivo, i progetti pilota hanno permesso di raggiungere i gruppi target dei giovani musulmani in particolare, e dei giovani in generale. Al tempo stesso, finora non vi sono elementi per poter asserire che le narrative hanno avuto un effetto opposto a quello desiderato e hanno incoraggiato la radicalizzazione, sebbene per alcune di esse sia i giovani che gli esperti abbiano individuato necessità di miglioramento. Va detto comunque che queste affermazioni sulla possibile efficacia preventiva delle narrative sono provvisorie e si basano su procedure di verifica tuttora insufficienti sul piano metodologico. Sono dunque auspicabili ulteriori valutazioni riguardanti la percezione e l’efficacia delle narrative.

 

Per alcune delle narrative elaborate si constata un numero considerevole di visualizzazioni dal momento della pubblicazione su vari canali di media sociali. Tuttavia questo è avvenuto soprattutto quando la diffusione delle narrative è stata sostenuta finanziariamente. Anche nei casi in cui le narrative sono state viste da molte persone, solo in pochissimi casi ne è conseguita una qualche attività. Le reazioni sotto forma di commenti, peraltro rare, si sono verificate soprattutto quando sono stati trattati argomenti controversi (p. es. esercito) o quando i temi sono stati presentati in modo provocatorio (ad es. vegetarianismo). Nessuno dei progetti o delle narrative ha suscitato un ampio dibattito sui media sociali. Questo potrebbe essere visto come un fallimento. Occorre tuttavia tener presente che la concorrenza tra i contenuti online è enorme e l’attenzione una risorsa limitata.

 

Per sostenere la diffusione di narrative occorrono reti online, ma anche offline. Per migliorarla, si devono avviare cooperazioni con organizzazioni tramite le quali sarà poi possibile condividere i contenuti elaborati. Al fine di ottimizzare la diffusione e, in ultima analisi, il potenziale delle narrative sviluppate, dopo la fase di elaborazione è necessario prevedere una fase di implementazione. Nell’ambito di un progetto successivo si potrebbero per esempio proporre guide o altri documenti di aiuto che consentirebbero di utilizzare i video in modo strutturato in contesti in cui si interagisce con adolescenti e giovani adulti (p. es. a scuola o nel quadro di attività giovanili). Al momento l’impostazione dei progetti selezionati non garantisce una continuità, ma i responsabili hanno riflettuto su delle possibili strategie.

 

Gli obiettivi della valutazione formativa e sommativa erano di garantire la qualità e generare conoscenze. Nell’ambito della valutazione sono stati analizzati la concezione, l’attuazione, i risultati e gli effetti dei progetti pilota. Non si trattava di elaborare risultati per prevenire la radicalizzazione: la questione di sapere in che misura le narrative sviluppate possano impedire la radicalizzazione dovrà essere oggetto di altri studi. In particolare dalle interviste con gli esperti è però emerso che le narrative sulle piattaforme di media sociali possono essere solo un elemento di un’ampia strategia volta a prevenire la radicalizzazione e l’estremismo. Le cause della radicalizzazione sono molteplici e il materiale reperibile online rappresenta solo uno dei tanti fattori che la favoriscono. Le contro-narrative o le narrative alternative pubblicate online possono quindi essere solo uno dei fattori su cui far leva in un’ottica di prevenzione. Con il Piano d’azione nazionale per prevenire e combattere la radicalizzazione e l’estremismo violento, la Svizzera ha adottato una strategia globale in materia, nell’ambito della quale lo sviluppo di offerte online è una misura fra tante altre.

 

Tutti i progetti presentano vantaggi e svantaggi specifici, che dipendono anche dal contesto in cui sono realizzati. Si possono comunque trarre alcune caute conclusioni in merito alle caratteristiche delle buone pratiche relative alle narrative: sono importanti le persone reali e le loro storie (senza escludere approcci alternativi come il fumetto animato), l’impressione visiva è più importante della musica e del parlato (che possono costituire un fattore di disturbo e risultare contraddittori rispetto al messaggio da trasmettere), gli hashtag o altre forme di slogan o domande possono sostenere l’effetto dei messaggi, e la menzione esplicita degli autori e i link ad altre fonti sono utili (anche se la loro assenza passa spesso inosservata). Per quanto riguarda le narrative, si può concludere che in ultima analisi è lecito fare e sperimentare tutto e il contrario di tutto. Di fronte a un mondo dei media sociali estremamente dinamico, anche l’elaborazione delle narrative deve dar prova di dinamismo.

 

I quattro progetti pilota

I progetti pilota selezionati coprono un’ampia gamma di narrative. Sono stati scelti progetti che puntavano a sviluppare contro-narrative e narrative alternative, anche se alla fine ci si è focalizzati sull’elaborazione di narrative alternative. Per l’attuazione si è optato per modalità incentrate essenzialmente su immagini (videoclip) o su testi (post su blog, testi con immagini). Tutti i progetti dovevano prevedere la partecipazione dei giovani allo sviluppo delle narrative, anche se con approcci diversi.

 

Gruppo di progetto

Il gruppo di progetto era composto da sei specialisti di diverse discipline (etnologia, tecnica alimentare, scienze dell’educazione, lavoro sociale, islamistica). Il progetto ha beneficiato del sostegno di diverse associazioni e organizzazioni (Associazione Unmah – Muslimische Jugend Schweiz, Fondazione Mercator Svizzera, Servizio per la lotta al razzismo, Servizio per l’integrazione del Cantone di Zurigo, Credito per l’integrazione della Città di Zurigo, Fondazione Paul Schiller, Offene Jugendarbeit Zürich, Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere, Vereinigung der Islamischen Organisationen in Zürich). Dominik Müller ha assunto il ruolo di responsabile principale del progetto. 

Idea di fondo e obiettivi

  1. Mostrare la pluralità degli stili di vita musulmani in Svizzera e sottolineare in questo modo la compatibilità tra l’essere svizzeri e l’essere musulmani.
  2. Mettere in evidenza lo spirito di apertura e la disponibilità al compromesso della società svizzera (p. es. possibilità di pregare o di portare il velo sul posto di lavoro).
  3. Realizzare 11–13 brevi video in cui alcuni musulmani svizzeri raccontano la propria storia personale, fungendo da esempi positivi per i loro correligionari più giovani. Con questi video si intendeva dimostrare l’eterogeneità delle concezioni e pratiche religiose dei musulmani svizzeri e contrastare le narrative islamiste secondo cui esiste una sola concezione dell’Islam ammissibile (p. es. quella dello Stato islamico).
  4. Coinvolgere attivamente adolescenti e giovani adulti esterni al gruppo di lavoro in tutte le fasi del progetto (realizzazione dei video, diffusione delle narrative, gestione delle piattaforme sui media sociali).

Gruppi target

Il progetto era rivolto a due gruppi target: in primo luogo i musulmani in Svizzera, specialmente adolescenti e giovani adulti, per illustrare la compatibilità tra l’essere svizzeri e l’essere musulmani, come pure la diversità degli stili di vita musulmani, e offrire prospettive positive; in secondo luogo l’opinione pubblica svizzera in generale, al fine di promuovere la tolleranza.

Partecipazione di giovani

L’approccio seguito è stato quello di una campagna di cortometraggi, vale a dire che sono stati realizzati videoritratti di musulmani svizzeri. Adolescenti e giovani adulti esterni al gruppo di progetto sono stati poi coinvolti come sounding board. All’inizio del progetto è stato organizzato un workshop con una trentina di giovani interessati, per conoscere il loro parere sui messaggi, sui protagonisti e sulle strategie comunicative scelti dal gruppo di lavoro. A questi giovani è stata data inoltre la possibilità di assistere alla realizzazione dei video. Vi era peraltro l’intenzione di favorire una partecipazione più attiva degli adolescenti sia durante le riprese dei videoclip, sia come moderatori nell’ambito della presentazione del progetto sulle reti sociali, ma entrambi i propositi sono stati abbandonati. Per finire, la presenza sui media sociali è stata moderata dai responsabili del progetto. I videoclip sono stati realizzati da un professionista e diffusi tramite diversi canali sulle reti sociali con l’aiuto di un’agenzia specializzata in questo tipo di campagne; in un secondo momento si è anche fatto ricorso alla pubblicità commerciale.

Prodotti

Sono stati realizzati in totale dieci ritratti di donne e uomini musulmani in Svizzera. I protagonisti dei video sono nati o immigrati in Svizzera e riflettono in maniera positiva la pluralità degli stili di vita musulmani. L’intento di produrre i filmati in due versioni, una breve e una più lunga, è stato attuato. Le versioni brevi servono principalmente da «teaser» per attirare l’attenzione su quelle più lunghe. Nei videoclip sono stati utilizzati hashtag che costituiscono una sorta di sintesi del contenuto.

Sito Internet del progetto: www.swissmuslimstories.ch/

Durata del progetto: gennaio 2018–dicembre 2018

Canali di diffusione: 

I video sono stati linkati con il metodo del reindirizzamento di Google, l’hashtag utilizzato è stato #SwissMuslimS-tories (SMS). Al di fuori di Internet, il progetto è stato pubblicizzato in diverse moschee della Svizzera tedesca e in ritrovi giovanili.

Gruppo di progetto

Il progetto PositivIslam è stato promosso dal Centro svizzero Islam e società dell’Università di Friburgo. Il progetto è stato diretto dalle seguenti persone: due membri del Centro svizzero Islam e società (Dr. Mallory Schneuwly-Purdie, Federico Biasca), un esponente del partner Frislam (un’associazione islamica) e una influencer; Mallory Schneuwly-Purdie ha assunto il ruolo di responsabile principale.

Idea di fondo e obiettivi

  1. In linea generale, il progetto PositivIslam mirava a impedire la radicalizzazione dei giovani offrendo in primo luogo a una ventina di giovani blogger di età compresa tra i 18 e i 25 anni, prevalentemente musulmani, l’opportunità di scrivere testi o realizzare disegni e video sul tema dell’estremismo. L’obiettivo iniziale di produrre anche videoclip è stato infine abbandonato nel corso del progetto. L’intenzione era di creare una comunità bilingue (francese/italiano) di giovani blogger che comunicassero con altri giovani adulti su un sito Internet appositamente creato a tale scopo.
  2. In secondo luogo, i blogger dovevano produrre regolarmente (a cadenza settimanale) narrative in grado di offrire una chiave di lettura alternativa alla propaganda radicale. Partendo dall’esperienza quotidiana delle loro diverse appartenenze, nei loro contributi dovevano illustrare concretamente i processi di riflessione identitaria, divenendo così attori di una narrativa.
  3. Un terzo obiettivo era dare continuità al progetto coinvolgendo sempre nuovi blogger e ampliando le collaborazioni ad esempio con organizzazioni cantonali e comunali. Il raggiungimento degli obiettivi mediante la partecipazione attiva di giovani adulti era una caratteristica fondamentale del progetto. Per preparare i blogger alla loro attività e formare una comunità, erano previsti workshop di formazione e monitoraggio della durata di un giorno.

Gruppi target

Il gruppo target principale erano i blogger, ossia giovani uomini e donne tra i 18 e i 25 anni. Le narrative erano comunque rivolte anche alla popolazione in generale.

Partecipazione di giovani

Il progetto PositivIslam ha cercato di perseguire un approccio fortemente partecipativo. L’intenzione era di selezionare una ventina di giovani adulti per la redazione di post per il blog, preparati a questa attività mediante workshop di formazione e monitoraggio. La pubblicazione dei post era prevista su un sito Internet appositamente creato a tale scopo. I workshop di formazione si prefiggevano di mettere i giovani adulti in condizione di riflettere in modo critico sui messaggi estremisti e di sviluppare le proprie posizioni su temi fondamentali.

Prodotti

Sul sito Internet sono stati pubblicati 18 contributi di dieci blogger (un disegno e 17 testi). Anche se ufficialmente concluso, il progetto prosegue. Vi sono ulteriori interventi di cui è prevista la pubblicazione sul sito: l’obiettivo è di arrivare a un totale di 35 post sul blog.

Sito Internet del progettowww.positivislam.ch/ 

Durata del progetto: ottobre 2017–dicembre 2018

Canali di diffusione:

Il progetto prevedeva inoltre di diffondere i contenuti tramite le reti dei blogger e i canali del Centro svizzero Islam e società (CSIS) dell’Università di Friburgo e dei suoi partner.

Gruppo di progetto

Il progetto Winfluence è stato promosso da diverse organizzazioni di Winterthur e Zurigo che in parte si occupano già da lungo tempo del tema dei discorsi d’odio (hate speech) in rete. I principali responsabili del progetto erano i membri del gruppo di gestione strategica:

  • Mireille Stauffer, delegata per l’infanzia e la gioventù della Città di Winterthur
  • Urs Allemann, Servizio specializzato per l’estremismo e la prevenzione della violenza (FSEG) della Città di Winterthur
  • Rafael Freuler, Jugendinfo Winterthur
  • Judith Bühler, «JASS – just a simple scarf»

L’idea era di coniugare il radicamento locale di Jugendinfo Winterthur con le competenze esterne in materia di estremismo in Internet di JASS. Per la realizzazione delle narrative (in questo caso fumetti animati) il progetto si è avvalso della collaborazione di un’insegnante di teatro e di una disegnatrice.

Idea di fondo e obiettivi

  1. Inizialmente il progetto era incentrato sulle contro-narrative alla propaganda jihadista. Le priorità sono però presto mutate, tra l’altro per il timore di effetti indesiderati come ad esempio la stigmatizzazione dei musulmani a Winterthur. È stato quindi posto l’accento sull’elaborazione di narrative rivolte in generale contro l’estremismo, la radicalizzazione, la propaganda e i discorsi d’odio.
  2. Sono stati definiti i seguenti obiettivi:
    - motivare i giovani a partecipare all’elaborazione e alla diffusione di narrative e ad acquisire conoscenze specialistiche sul tema, così da poter assumere il ruolo di messaggeri di tolleranza (approccio tra pari);
    - produrre e diffondere circa cinque fumetti animati per promuovere la tolleranza, combattere i pregiudizi, favorire l’apertura nei confronti di altri punti di vista ecc.
  3. Per finire, il progetto doveva quindi elaborare narrative alternative, e non contro-narrative. L’idea di fondo del progetto era che un gruppo di adolescenti, avvalendosi dell’aiuto di un’insegnante di teatro e dei responsabili del progetto, ideasse e recitasse storie legate al tema della radicalizzazione, poi disegnate e diffuse sotto forma di fumetti animati sulle reti sociali, tra l’altro dagli stessi giovani. Anche il dibattito sui contenuti delle narrative si sarebbe dovuto svolgere tramite un’apposita app per smartphone destinata ai ragazzi («Jugendapp»).
  4. Per finire, però, ad occuparsi della diffusione e del dibattito è stato un secondo gruppo di giovani adulti, al fine di tutelare gli adolescenti del primo gruppo.

Gruppi target 

  1. I due gruppi di cosiddetti "Winfluencer", il primo formato da adolescenti (meno di 18 anni) che hanno elaborato i contenuti delle narrative, e il secondo da giovani adulti (più di 18 anni) che hanno diffuso i video tramite le reti sociali.
  2. La parte di popolazione di età compresa tra i 13 e i 25 anni e tra i 31 e i 50 anni, scettica od ostile nei confronti dei rifugiati, del Medio Oriente e dell’Islam.
  3. Appartenenti ai seguenti gruppi oggetto di ostilità: musulmani, rifugiati e persone provenienti dal Medio Oriente di età compresa tra i 14 e i 30 anni o tra i 31 e i 40 anni.

Partecipazione di giovani

Gli adolescenti del primo gruppo che dovevano ideare storie sul tema della radicalizzazione sono stati reclutati medianti annunci su giornali e in Internet e poi invitati a un casting. In totale sono stati selezionati 14 giovani. Per quanto riguarda la scelta degli argomenti, il progetto Winfluence ha adottato un approccio rigorosamente partecipativo, come dimostra il fatto che i temi dei video sono stati ideati dagli stessi adolescenti. La strategia di rappresentare i temi sviluppati e recitati dai ragazzi per mezzo di fumetti animati era finalizzata soprattutto a proteggerli da eventuali atteggiamenti ostili. In seguito le narrative sono state divulgate da un secondo gruppo di almeno quattro giovani adulti. Per accrescere la diffusione dei video, si è fatto talvolta ricorso anche alla pubblicità a pagamento. Sotto il profilo metodologico, l’intenzione iniziale era di adottare un approccio tra pari per la formazione informale, che però non è stato possibile attuare nel corso del progetto.

Prodotti

Sono stati realizzati cinque fumetti animati diffusi tramite Instagram, Facebook e YouTube. Questi video hanno come protagonisti ricorrenti sempre gli stessi personaggi animali (rinoceronte, cane, uccello, pappagallo, lama), rappresentati per quanto possibile in tutti i fumetti con la stessa personalità, ma con ruoli diversi nei vari conflitti. In questo modo si voleva dimostrare che, a seconda della situazione, la stessa persona può essere aggressore (radicalizzato), vittima o spettatore. Il primo video affronta il tema della violenza nei rapporti di coppia («Gender»), il secondo il razzismo in ambito familiare («Hass im Alltag»), il terzo l’estremismo vegetariano («Grillideologie»), il quarto l’assistere a episodi di violenza nello spazio pubblico («Gewalt und Aggression») e il quinto le teorie cospirative («Die Amis sind an ALLEM schuld»).

Sito Internet del progetto: https://jugendinfo.win/winfluence/

Durata del progetto: gennaio 2018–ottobre 2018

Canali di diffusione:

Il secondo gruppo di Winfluencer (giovani adulti) si è avvalso anche di ulteriori canali. I video originari sono stati rielaborati su suggerimento dell’UFAS e del gruppo di esperti. Al termine di ogni fumetto animato è stata aggiunta una domanda come spunto di riflessione. Questi video modificati sono stati pubblicati su un apposito canale: www.youtube.com/channel/UCR9Sc42Ye8DCALv2VZ-wkew.

Gruppo di progetto

Il progetto ha coinvolto un rappresentante dell’Istituto per la collaborazione e il dialogo interculturali, specialisti in campo tecnico (mediamatica, informatica) ed esperti in materia di Islam e radicalizzazione. Per finire hanno fatto parte del gruppo di progetto teologi, giuristi, storici, imam, studenti musulmani e altri specialisti. Cebrail Terlemez ha assunto il ruolo di responsabile principale del progetto, ispirato sotto il profilo concettuale a programmi già esistenti come ad esempio «Begriffswelten Islam» della Centrale federale per la formazione politica (Bundeszentrale für politische Bildung) in Germania e «Datteltäter».

Idea di fondo e obiettivi

  1. Lo scopo principale del progetto era di elaborare narrative alternative alla propaganda islamista per offrire informazioni e spunti di riflessione agli adolescenti alla ricerca di conoscenze e risposte su temi e questioni religiosi. In sintesi, gli obiettivi del progetto erano i seguenti:
    - sottolineare la pluralità dell’Islam e delle sue chiavi di lettura;
    - stimolare i giovani musulmani a una riflessione critica e costruttiva sulla propria religione;
    - elaborare un gran numero di narrative in diverse lingue, non solo sotto forma di video ma anche in altri formati (testi con immagini, interviste, infografiche), per raggiungere un elevato numero di persone (tra 1000 e 3000 abbonati su YouTube, Facebook e Instagram).
  2. Allo scopo di veicolare nozioni e concetti mediante narrative alternative all’estremismo e all’islamismo in una forma adatta ai giovani, il gruppo di progetto ha definito alcuni «temi quadro» religiosi e sociali (p. es. persona, religione, fede, violenza), da affrontare con l’ausilio di brani scelti del Corano corredati di immagini e video esplicativi.
  3. Oltre ai testi con immagini e ai video, inizialmente erano stati previsti anche altri formati («chiedi all’esperto», interviste, infografiche), in seguito però abbandonati. L’intenzione era di produrre una ventina di video esplicativi della durata di tre-cinque minuti che «traducessero» interrogativi religiosi in questioni etiche e sociali di natura generale, mostrando che la religiosità può essere una risorsa – seppur certamente non l’unica – per la convivenza. Inoltre si prevedeva di realizzare un’ottantina di citazioni del Corano corredate di immagini.
  4. Un ulteriore obiettivo era di coinvolgere attivamente adolescenti e giovani adulti nell’elaborazione delle narrative (tra l’altro nel quadro di cinque workshop).

Gruppi target

Il progetto si rivolgeva agli adolescenti musulmani tra i 14 e i 18 anni e ai giovani adulti musulmani fino a 25 anni.

Partecipazione di giovani

Per finire, adolescenti e giovani adulti sono stati coinvolti nel progetto principalmente come sounding board. Nel quadro di due (e non cinque) workshop, cui hanno partecipato almeno cinque adolescenti o giovani adulti, questi ultimi hanno avuto l’opportunità di esporre le proprie opinioni, riflessioni e preferenze in merito alla selezione e alla successione dei «temi quadro» definiti. I partecipanti sono stati contattati proattivamente dai responsabili del progetto.

Prodotti

In totale sono stati realizzati 48 testi illustrati con citazioni del Corano. La veste grafica dei testi con immagini come pure delle relative spiegazioni e sure è sempre la stessa, mentre la lunghezza dei brani varia. Adottando il medesimo linguaggio visivo, in aggiunta a tali immagini sono stati anche prodotti dieci videoclip, che iniziano tutti con il logo animato del progetto. In seguito una voce maschile spiega il tema del filmato e prosegue con spiegazioni accompagnate da immagini inerenti all’argomento trattato. Rispetto ai brevi testi con immagini, i video affrontano un tema in maniera più approfondita e da più punti di vista.

Sito Internet del progetto: https://knowislam.ch/

Durata del progetto: gennaio 2018–ottobre 2018 (poi prolungato fino a gennaio 2019)

Canali di diffusione:

I contenuti sono stati diffusi in collaborazione con moschee, organizzazioni giovanili e associazioni mantello islamiche. 

Studi e documenti di riferimento

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